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  • Immagine del redattoreLuigi Tomaselli

LA VOCE DEI NUMERI SILENZIOSI (Parte 2): Predatori e Prede

Più li ascolto e più raccontano verità da scoprire! Gli amici numeri sono per noi umani il grandioso strumento interpretativo scientifico della semplicità analogica della natura che, sicuramente, usa algoritmi evolutivi diversi, a noi sconosciuti, ma molto efficaci e sempre risolutivi sia nel bene che nel male. Una soluzione sgradita per noi umani è forse quella voluta dalla natura che, per proteggersi, vive il nostro pianeta sotto forma di un'unità aggregata in una simbiosi forzata le cui regole, però, devono essere rispettate. Siamo tutti "predatori e prede" e le leggi universali della natura analogica non rispettano presunte spiritualità di specie che si ergono a dominatrici dei simili, delle altre e di tutto ma, un rapporto insospettato di uno studio ambientale sulle biomasse delle prede ci dice che i predatori non aumentano proporzionalmente alle prede quindi, se vale anche per quello che stiamo vivendo, il predatore incoronato invisibile non potrà mai sopraffarci. Più che una speranza è una certezza scritta nel libro delle leggi della natura analogica. Semplicemente analogiche o scientificamente digitali, le leggi della vita, dovunque essa esista, seguono sempre le pendenze universali imposte dalla divina energia che da millenni o meglio da sempre ha sviluppato la capacità di mutare in masse diversificate ( Albert docet) con i meravigliosi risultati che vediamo nel nostro stupendo pianeta che ci sta solo avvisando di ritornare ad essere quello per cui siamo stati destinati: inquilini rispettatosi della natura e non spietati usurpatori malati di sindrome di onnipotenza. La speranza di una soluzione c'è ma il prezzo che si paga in ogni guerra è sempre alto.

La libertà non è gratuita! Tutto questo per dirvi che la pandemia che ha colpito la nostra nazione e che ha creato tanto dolore ha seguito una legge analogica per lei semplice che, sicuramente, domani capiremo con l'analisi dei numeri alla fine della guerra. Perché solo il NORD-OVEST e poco le altre macro-regioni? Forse, o meglio probabilmente, la causa è da ricondursi alla disastrosa situazione ambientale della nostra Valle Padana che, racchiusa dalla sue splendide montagne, dove ho vissuto per venticinque anni e dove vivono ancora i miei adorati figli, è divenuta, dopo la rivoluzione industriale, contenitore ermetico di virus, untori schierati dalla natura, che non riuscendo a diluirsi nell'aria democratica, hanno esasperato il problema non avendo potuto distribuire il contagio in tutta la nazione con effetti meno drammatici e più dominabili. Come ho già detto in qualche altro post il problema che abbiamo vissuto in Italia è stato quello di una concentrazione esagerata di contagi in uno spazio temporale breve e nelle zone più contaminate dall'inquinamento. Ma per l'anomalia del "rapporto prede-predatori" che dicevo prima, sicuramente ne usciremo dal punto di vista sanitario; da quello economico pure, ma i tempi saranno molto lunghi per riportare i valori del PIL almeno a quelli critici e contestati prima del corona virus. Ho quindi pubblicato ieri , per questi primi due mesi, due report fatti con l'aiuto dei generosi numeri, relativamente alla distribuzione 3D del contagio in Italia, questa volta ordinati dal massimo al minimo per meglio capirne la spalmatura nazionale. Come vedrete la distribuzione del contagio è stata molto ingenerosa o inevitabile, per le mie considerazioni precedenti, col NORD-OVEST con picchi notevoli e montagne alte a destra delle presentazioni grafiche. Un po meno col NORD-EST, picchi ridimensionati e colline ancora evidenti e, infine, "mare calmo" per il CENTRO, SUD e ISOLE. La democrazia del vento ha scansato queste ultime regioni dal grave problema che i nostri connazionali del NORD stanno vivendo e, fra questi, anche i miei due amati figli che mi auguro di rivedere e abbracciare presto insieme ai loro amati in una Torino rinnovata. Siamo prede resistenti e l'onda anomala presto si ritirerà! Un augurio: MARE CALMO PER TUTTI!


Un abbraccio Luigi



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